Storia

Il fondatore della Caritas Carmelitana è stato P. Carlo Colelli che ci ha lasciato precocemente a 54 anni il 10 dicembre 1991. P. Carlo era romano “di Borgo” per provenienza e carattere. Uno spirito apparentemente scanzonato, ma profondamente sensibile alle necessità dei bisognosi. L’appartenenza all’Ordine Carmelitano, ramificato in Italia e nel Mondo, gli fece intravedere la possibilità di una “Carità” incanalata nella rete mondiale della Famiglia Carmelitana e nel 1983  costituisce la Caritas Carmelitana con l’obiettivo di aiutare tutti quei fratelli carmelitani che si trovano fuori dai “circuiti ufficiali ” o perché soli, perché impossibilitati ad essere aiutati dalle proprie Province religiose e che lavorano nei Paesi in via di sviluppo. Essere in grado di affrontare eventuali emergenze che avvengono nel mondo” in modo diretto, attraverso la rete della Famiglia Carmelitana in Italia e nel mondo. Nel 1985 scrisse una lettera accorata anche a tutti i monasteri di clausura con l’intento di chiedere preghiere, ma anche un coinvolgimento concreto alle iniziative “Caritas“. Per l’occasione esce il primo numero informale del bollettino “Caritas Carmelitana“. Nel 1985 P. Carlo chiama a cooperare come segretaria, Cristiana Cassina, professoressa di religione nell’Istituto Tecnico per il Turismo “Cristoforo Colombo” di Roma. La prospettiva della Caritas Carmelitana si orienta sempre più verso l’aiuto a progetti di sviluppo e alla promozione della giustizia e della pace.

Dopo la morte dì P. Carlo Colelli, assume la responsabilità P. Tiberio con l’intenzione di mantenere la memoria viva del fondatore proseguendo l’attività. Negli ultimi anni, la Caritas Carmelitana, pur continuando ad accogliere le richieste ha esteso, attraverso il volontariato di Cristiana, l’interesse verso i detenuti stranieri nelle carceri italiane. Un modo di aiutare i paesi più poveri è la conservazione del ricco patrimonio umano di risorse. È iniziata poi l’adozione a distanza in collaborazione con l’Associazione Sao Martinho di Rio de Janeiro. Si è avuto anche una collaborazione con il Movimento giovanile di Spagna, il consistente contributo delle monache di Saragoza Infine, il coinvolgimento degli alunni dell’ ITT  C. Colombo con i detenuti di Rebibbia e la partecipazione ad un concorso per la realizzazione di un cortometraggio e CD sul Giubileo, improntato sulla “Perdonanza“, che ha vinto il primo premio.

 

Qualche dato

Riepilogo dei Progetti finanziati e interventi di emergenza.
1984: aiuti alla Polonia, quando nasce “Solidarnosc” e il movimento di Walesa.
1985: 6 interventi in Brasile (Mons. Josè Cardoso), Colombia (P. Lauro Negri), Venezuela (P. Manuel Moreno), Perù (monastero di Carnanà), Indonesia (P. Djanar), Polonia (carmelitani), Rwanda (Suore Carmelitane)
1986: 10 interventi. Oltre a quelli sopra, attenzione al Nicaragua, Centro Accoglienza terzomondisti a Roma (i primi arrivi di emigranti).
1987: Si aggiungono anche Bunia, Butembo in Zaire. Inoltre la spedizione di un intero container di aiuti alle Suore Carmelitane dei Mozambico.
Dal 1988 fino ad oggi, in media ogni anno si sono sostenuti una decina di progetti.
In 16 anni (1983-1999) tra aiuti materiali e finanziari, con un calcolo approssimativo, si potrebbe arrivare a circa 500 milioni per un centinaio di microprogetti sostenuti e realizzati, senza contare il materiale spedito in gran quantità in diverse parti del mondo, specialmente ai tempi di P. Carlo. Sono tutti soldi e aiuti vari arrivati a destinazione, nelle mani dei responsabili, direttamente, “fuori dei canali ufficiali”. Lo slogan “piccolo è bello” potrebbe riassumere lo stile della “Caritas Carmelitana”.

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